Articoli 29 maggio 2019

Bilancio a 4 Ruote - Cambio di marcia

La filiera dell’automotive di fronte alle sfide del mercato globale

Grandi cambiamenti in corso?

 

L'industria automotive è storicamente caratterizzata da rapidi mutamenti che spingono il settore a intraprendere investimenti significativi in innovazione e ricerca per reagire in tempi brevi e in maniera efficiente ai cambiamenti del mercato.

Una caratterizzazione che Sergio Marchionne aveva inquadrato nel 2015 come “the industry's value-destroying addiction to capital” nella celebre presentazione Confessions of a Capital Junkie.

L’universo della componentistica italiana per autoveicoli vale 93 miliardi di euro e impiega oltre 250 mila addetti. Al contempo, gli investimenti previsti entro il 2023 per il solo sviluppo del veicolo elettrico, cui sarebbero chiamati a partecipare i fornitori della filiera a livello europeo, potrebbero raggiungere i 40 miliardi di euro.

 

In un mercato che cresce, ma con una domanda fortemente eterogenea tra aree geografiche e all’interno delle medesime regioni, gli scenari di previsione indicano ritmi inferiori di crescita delle immatricolazioni rispetto al passato anche a causa delle trasformazioni attese e di incognite significative. Quella di maggior peso nel breve e medio periodo è rappresentata dalle misure di politica commerciale, che generano
incentivi/disincentivi alla produzione in loco e all’export/import di beni.

Secondo Oxford Economics, l’introduzione dei dazi sul settore paventata dall’amministrazione Trump potrebbe comportare una riduzione del Pil italiano nel 2020 di circa 0,2 punti percentuali.

 

Al contempo, la transizione verso veicoli connessi, guida autonoma, condivisione del mezzo di trasporto ed elettrificazione comporterà vincitori e perdenti non solo tra le imprese della filiera, ma anche tra “sistemi paese” e tra i diversi segmenti di domanda.

Sarà quindi fondamentale riuscire a supportare la filiera italiana con gli strumenti più adatti alle peculiarità del Made in Italy.

I player del mercato italiano

Il 2017 è stato archiviato come un esercizio positivo per la filiera, confermando a consuntivo il positivo trend registrato nel biennio precedente. Da un lato è proseguita la fase espansiva delle performance economiche, dall’altro si è assistito a un irrobustimento della solidità patrimoniale che ha coinvolto trasversalmente i diversi attori della filiera.

L’analisi proposta in questo rapporto suddivide i player i quattro segmenti in base alla loro attività prevalente.

Tra i cluster si sono confermate particolarmente dinamiche le categorie dei sistemisti e degli specialisti, mentre i segmenti subfornitori e aftermarket hanno fatto registrare una performance più debole se non in contrazione.

Il trend che ha maggiormente connotato il miglioramento delle metriche di bilancio è stato quello della redditività economica, che si è attestata su livelli tali da supportare una positiva generazione di cassa, sufficiente in media a sostenere il fabbisogno finanziario dato dal capitale circolante e dagli investimenti, oltre che a limitare (o in alcuni casi a ridurre) il ricorso a finanziamenti. Meno accentuato, seppur positivo, il miglioramento della struttura patrimoniale e finanziaria.

 

L'offerta del Gruppo CDP a supporto della filiera

Il profondo cambiamento dello scenario competitivo pone gli attori del mercato di fronte a sfide molteplici, in particolare per quanto riguarda gli aspetti legati all’evoluzione del veicolo, destinato a diventare sempre più connesso e autonomo, alla sua elettrificazione e al suo alleggerimento, in vista anche dei target ambiziosi fissati per le emissioni di CO2.

Sfide che portano in primo piano l’esigenza, da parte delle imprese della filiera, di strutturare dei programmi di investimento complessi, che impatteranno su diversi ambiti della produzione (come ad esempio l’innovazione e la digitalizzazione dei processi).

Al fianco della filiera italiana dell’automotive, il Gruppo CDP mette in pista la sua offerta, con soluzioni volte a facilitare l’accesso a risorse finanziarie strategiche, in particolare per le Pmi, stimolando e supportando la loro crescita dimensionale e proteggendole dai rischi a cui si espongono operando nei mercati esteri e in geografie ad alta complessità.

 

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