Articoli 02 aprile 2015

AUTOMOTIVE

Mentre la produzione di autoveicoli, seppure in ripresa, sconta ancora le difficoltà degli ultimi anni, il settore della componentistica automotive italiana continua a sorprenderci: la qualità delle produzioni ha assicurato alle imprese della filiera la possibilità di proseguire con successo la strada dell’export.

 

Per alcuni potrebbe addirittura essere uno dei comparti più brillanti nel 2015: «È il settore che ha avuto la migliore performance export nei primi dieci mesi del 2014 e mi aspetto che continuerà la sua corsa anche nel 2015», spiega Alessandro Terzulli, capo economista di SACE. Un dato positivo, visto il peso che la componentistica ha nel tessuto economico italiano: con circa 2400 imprese, distribuite su tutto il territorio nazionale, la filiera conta su un totale di 165 mila addetti diretti, compresi gli operatori del ramo della subfornitura, e genera un fatturato complessivo di circa 38,7 miliardi di euro.

 

Non solo la componentistica, ma tutto il settore automotive ha acquisito sempre più importanza anche nell’operatività di SACE. È, infatti, il sesto settore per nuove garanzie deliberate nel 2014, per un totale di 26 operazioni e un impegno totale di oltre 400 milioni di euro.

 

«Dal 2008 al 2013, la bilancia commerciale della componentistica ha registrato un incremento del 20% e adesso si esporta di più che nel 2007», afferma Aurelio Nervo, presidente dell’Anfia (Associazione Nazionale della Filiera Industria Automobilistica). «Questa filiera merita di essere promossa a livello internazionale, anche per attrarre investimenti sul nostro territorio». È proprio negli anni della crisi, infatti, che la componentistica auto è riuscita a rafforzare la propria propensione all’internazionalizzazione, riuscendo a contenere le perdite grazie al crescente peso delle commesse estere.

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