Casi di successo 06 febbraio 2017

ARISTONCAVI

Raggiungere i 55 milioni di fatturato, recuperando il terreno perso per colpa della crisi, puntando decisamente verso l’export.

 

Il segreto del successo di Aristoncavi (azienda veneta specializzata nella realizzazione di cavi elettrici a media e bassa tensione) passa anche da questa intuizione. «In coincidenza con il calo delle commesse italiane e le difficoltà degli ultimi anni del nostro Paese,» spiega Leopoldo Destro, giovane e vulcanico amministratore delegato della società di famiglia, «abbiamo optato per una decisa internazionalizzazione della nostra attività».

 

I numeri parlano da soli: nel 2006 – prima della grande crisi che ha investito l’economia globale – la società italiana che ha mantenuto vicino Vicenza il cuore della produzione (precisamente a Brendola) esportava circa il 40% dei propri cavi per la distribuzione dell'energia.

 

«Nel 2015», sintetizza Destro, «abbiamo superato l’80%», segno evidente che i benefici maggiori, in un momento storico in cui l’Italia ha sperimentato una decisa frenata nelle attività economiche, sono arrivati proprio dal raddoppio dell’internazionalizzazione della società e dell’attività. Non bastava la tradizionale presenza in Francia, Spagna e Germania.

 

Serviva proiettarsi oltre e per questo non è casuale la scelta di aprire uffici in Cile, Cina e negli Emirati Arabi. «Sono il nostro trampolino di lancio», spiega il manager, «verso aree che ci stanno dando grandi soddisfazioni. La Cina verso tutto il Sud-est asiatico: Vietnam, Indonesia, Malesia, Thailandia. Dubai è la nostra porta preferenziale verso tutto il blocco dei Paesi del Golfo e del Medio Oriente, mentre il Cile rappresenta una piattaforma di sbarco in America Latina e di proiezione verso i ricchi mercati degli Stati Uniti e del Canada».

 

La grande attenzione verso l’internazionalizzazione, nonché la conquista globale di crescenti fette di mercato, sta facendo compiere a questa azienda italiana un percorso inverso rispetto ad altre realtà, scegliendo di affacciarsi e consolidarsi prima nelle
piazze nuove ed emergenti, per poi puntare a quelle più ricche e strutturate, come il Nord America.

 

Il trampolino sudamericano sembra funzionare visto che, proprio in Perù Aristoncavi ha vinto recentemente una gara per la fornitura dei cavi elettrici per l’alimentazione di due scavatrici sotterranee (Tbm), utilizzate per la realizzazione della Linea 2 del Metro Lima: un megaprogetto che comporta l’utilizzo di cavi per gli oltre 20 chilometri del tratto di linea metropolitana, per una profondità di 25 metri. «Aristoncavi», racconta Destro, «ha disegnato dei cavi di alimentazione appositi per queste macchine e ha già cominciato a fornire cavi elettrici di media tensione a 25 kW, completi di accessori di connessione. Cavi che consentiranno di scavare le gallerie per la costruzione della metropolitana, che collegherà Lima da est a ovest per una lunghezza totale di 35 chilometri per ventisette stazioni».

 

Proprio in quest’ultima iniziativa oltreoceano la società vicentina è stata affiancata da SACE che ha controgarantito il valore della commessa (1 milione e 670 mila dollari).

 

«Quest’esperienza in Perù, nella quale abbiamo avuto al nostro fianco la sede territoriale veneta di SACE, ci ha permesso di constatare», assicura Destro, «l’effettivo supporto alle imprese quando si proiettano sui mercati esteri. Ben venga questo sistema di sostegno».

 

E “sistema” è davvero la parola giusta, in questo caso. L’operazione si inserisce in un ben più ampio intervento che ha visto coinvolti molteplici attori: la linea di credito a supporto delle commesse peruviane, del valore complessivo di 800 milioni di dollari, è stata interamente garantita da SACE, ed erogata da Cassa depositi e prestiti (290 milioni di dollari), KfW Ipex-Bank, Banco Santander e Société Générale (ciascuna per 150 milioni di dollari) e Ico (60 milioni di dollari), e beneficerà dell’intervento di stabilizzazione del tasso di interesse da parte di SIMEST.

 

Aristoncavi ha una lunga tradizione societaria nei lavori in miniera: negli ultimi anni si è aggiudicata importanti commesse per la realizzazione del tunnel del Gran Sasso, dei trafori del Frejus e del Brennero, per quello di Semmering (Austria) e di Solbak (Norvegia). Così come ha avuto un ruolo importante nella realizzazione della metropolitana di Torino, Caracas, Oslo, Roma, Valencia, Dubai, Hong Kong e Singapore.

 

Altro fattore vincente – che ha portato la società a crescere anche in un momento di
rallentamento dell’economia globale – è l’importante e costante investimento in innovazione e ricerca. Oltre il 2% del fatturato annuo viene dedicato proprio alla Ricerca e Sviluppo. «Negli ultimi anni l’azienda ha investito nello sviluppo tecnologico per la realizzazione di cavi per il settore industriale e per il terziario, diventando così leader di mercato per alcuni settori di applicazioni speciali», assicura l’amministratore
delegato.

 

Infatti, oltre ai cavi tradizionali, la ricerca ha dato vita anche a prodotti diversi: come quelli resistenti al fuoco o a quelli per il settore minerario (molto apprezzati da chi scava e realizza gallerie). Fino ad arrivare all’ultima generazione dei cavi resistenti ai liquidi (aggressivi e non), che possono essere utilizzati ovunque garantendo la potabilità dell'acqua con cui vengono a contatto.

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