SACE e TEHA aprono le porte del 50° Forum di Cernobbio alle PMI italiane
In occasione della 50esima edizione del
Forum di Cernobbio, SACE porta le PMI a Villa d’Este, grazie alla partnership
con TEHA, con un hub interamente dedicato alle PMI e al loro ruolo strategico
per il tessuto economico italiano.
Durante il Forum Alessandra
Ricci, Amministratore Delegato di SACE, insieme ad Alessandro Terzulli, Chief
Economist di SACE, e Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile dell’Area
Scenari e Intelligence e dello Sviluppo Internazionale di TEHA Group, ha
presentato la ricerca “Obiettivo SPARKLING. PMI e filiere italiane a prova di
futuro” realizzata dall’Ufficio Studi di SACE in collaborazione con TEHA, che
analizza le trasformazioni che spingeranno la competitività del Made in Italy
nel mondo: innovazione 4.0, sostenibilità ed export.
“SACE partecipa al Forum di
Cernobbio insieme alle PMI italiane, offrendo loro la possibilità di seguire
virtualmente la tre giorni di lavori, incontri e dibattiti, e soprattutto
portando all’attenzione di questo autorevole contesto l’importanza e le prospettive
per le piccole e medie imprese italiane, alle prese con le sfide e le
opportunità della transizione sostenibile e digitale”, ha
dichiarato Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE. “Noi di
SACE, in linea con la missione e gli obiettivi del nostro Piano Industriale
INSIEME 2025, siamo già al fianco di 51 mila PMI italiane nei loro progetti di
investimento e crescita sostenibile in Italia e nel mondo e contiamo di
raggiungerne 65 mila nell’arco di Piano. Abbiamo superato gli 80 miliardi di euro
di progetti sostenuti al fianco di PMI e filiere italiane, generando un impatto
di 220 miliardi di euro sul sistema produttivo e supportando 1 milione e 300
mila posti di lavoro. Lo Studio che portiamo oggi al Forum di Cernobbio parte
da questa esperienza per aumentare le opportunità di crescita per il tessuto
economico nazionale”.
L’importanza delle PMI nel
tessuto produttivo italiano e per l’export italiano
Le PMI rappresentano la spina
dorsale dell’economia italiana e giocano un ruolo importantissimo sia in chiave
economica sia in chiave sociale: le oltre 200mila PMI italiane producono un
giro di affari di oltre 1.400 miliardi di euro, realizzano all’estero circa un
terzo del proprio fatturato (circa 7 punti percentuali sopra alle tedesche) e
contribuiscono a quasi la metà dell’export nazionale (45%, rispetto al 20%
delle tedesche e delle francesi e al 32% delle spagnole).
Digitalizzazione, transizione
energetica, trasformazione culturale: circa 1 PMI italiana su 3 (37%) investe
in innovazione e formazione e questo accresce del 15% l’export capability di
un’impresa. Secondo le stime di SACE, le esportazioni delle PMI italiane
cresceranno dell’1,5% circa nel 2024 e del 3,5% nel 2025, raggiungendo i 260
miliardi di euro grazie in particolare al traino delle medie imprese, vero e
proprio motore delle filiere. A guidare la crescita delle vendite estere delle
PMI quest’anno sarà l’Oriente: Medio Oriente e Asia Orientale sono le aree per
cui sono infatti previsti significativi incrementi, rispettivamente +6,1% e
+2,3%. Non sarà da meno l’America settentrionale (+3,8%), mentre la crescita
sarà piatta verso l'Unione Europea, che rimane comunque la principale area di
destinazione. Nel 2025 un maggior dinamismo verrà mostrato dall’Africa
subsahariana (+10,1%).
Anche per le grandi imprese
italiane si prevede una dinamica positiva, fino al +3,8% quest’anno e al +5,8%
nel 2025.
“Le oltre 200 mila piccole e
medie imprese giocano un ruolo fondamentale nell’economia italiana, producendo
un giro di affari di oltre 1.400 miliardi di euro, che genera quasi il 40% del
valore aggiunto nazionale” – ha dichiarato il Chief
Economist di SACE, Alessandro Terzulli. “Secondo le nostre stime le
esportazioni delle PMI italiane cresceranno dell’1,5% circa nel 2024 e del 3,5%
nel 2025, raggiungendo i 260 miliardi di euro grazie in particolare al traino
delle medie imprese. Una export capability che può crescere, puntando su due
leve strategiche: la trasformazione tecnologica, anche in chiave sostenibile, e
l’integrazione in più filiere produttive.”
Il ruolo delle filiere per la
crescita e i settori del futuro
L’integrazione nelle filiere
rappresenta un elemento centrale per la competitività delle PMI, grazie
all’interconnessione dei processi produttivi. Un potenziale ad oggi largamente
inespresso, considerando che la maggior parte delle imprese italiane (in media
4 su 5) dichiara di partecipare a una sola filiera.
Lo Studio ha identificato le 8 principali
filiere a rilevanza sistemica – macchine industriali, edilizia,
agro-alimentare, abbigliamento, mezzi di trasporto su gomma, energia, sanità,
farmaceutica e cure – che da sole rappresentano il 56,4% del Valore Aggiunto,
il 52,3% dell’occupazione e il 67,3% dell’export delle unità con almeno 3
addetti. Ed evidenzia, tra le altre, le “filiere del futuro” relative a
edilizia intelligente (smart building), agro-alimentare (agritech) ed energie
rinnovabili e alternative (come l'eolico offshore e l’idrogeno).
“Il modello distrettuale si
conferma un pilastro fondamentale per il sistema produttivo nazionale. È in
corso un’evoluzione verso una crescente integrazione lungo le catene del valore
che consentirà alle imprese italiane di affrontare le sfide di un mercato
sempre più globale e competitivo e di superare alcuni limiti dei distretti
tradizionali. Nello specifico, abbiamo identificato alcune filiere informali -
ovvero non censite a livello statistico - e cross-settoriali - che tagliano
trasversalmente più settori - su cui l’Italia potrà rafforzare e consolidare il
proprio posizionamento in termini di attivazione occupazionale, produzione
industriale e proiezione sui mercati esteri. Ad esempio, stimiamo che nei
prossimi anni la trasformazione del patrimonio edilizio in Italia nella
direzione dello “smart building” possa generare oltre 200.000 posti di lavoro
qualificati e specializzati, così come importanti prospettive possono provenire
dalla filiera agritech e delle tecnologie rinnovabili e alternative su cui
l’Italia è già oggi ai primi posti in Europa (2° Paese europeo per Valore
Aggiunto nei settori attivati dall'eolico offshore galleggiante e 2° produttore
europeo di tecnologie meccaniche potenzialmente utilizzabili nella filiera
dell’idrogeno)”, ha spiegato Lorenzo Tavazzi, Senior Partner
e Responsabile dell’Area Scenari e Intelligence e dello Sviluppo Internazionale
di TEHA Group.
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