Previsioni di export SACE - 16 giugno 2015

SACE apre un nuovo ufficio a Palermo e presenta le previsioni export: +4,7% nel 2015-2018

In occasione dell’apertura del nuovo ufficio di Palermo, SACE, il gruppo assicurativo-finanziario che sostiene la crescita e la competitività delle imprese italiane nel mondo, presenta a Villa Igiea RE-START, il Rapporto con le previsioni sui trend dell’export italiano per il 2015-2018, con un focus particolare dedicato al tessuto imprenditoriale siciliano. 

 

Si tratta del primo evento interamente “Made in Sicily” per SACE, che proprio oggi inaugura la sua nuova presenza stabile a Palermo, presso la sede di Confindustria Sicilia.

 

Secondo le previsioni di SACE, le esportazioni italiane di beni cresceranno del 3,9% nel 2015, un tasso doppio rispetto a quello registrato nel 2014 e atteso in progressivo aumento nel triennio 2016-2018, fino ad attestarsi al 5%. Un trend positivo di cui potranno beneficiare anche le imprese siciliane, ben posizionate in diversi comparti di punta dell’export Made in Italy, come le tecnologie industriali e la filiera agroalimentare.

 

“La crescita è una priorità assoluta per l’Italia, e lo è ancor di più per la Sicilia. E l’export è una leva fondamentale per rilanciare l’economia – ha dichiarato l’amministratore delegato di SACE, Alessandro Castellano, nel suo discorso inaugurale -. L’ufficio di Palermo sarà il nostro avamposto in questa Regione, dove il ruolo di SACE può davvero fare la differenza per sostenere una maggiore internazionalizzazione. Da qui punteremo di più verso i mercati del futuro – pensiamo anche a nuove frontiere africane come Mozambico, Ghana, Senegal, Angola - insieme alle tante aziende siciliane che si stanno affacciando ai mercati esteri e di cui abbiamo oggi qui con noi degli esempi di eccellenza”.

 

“Solo nell’ultimo anno, oltre 5 mila aziende provenienti dal Centro-Sud, in prevalenza Pmi, si sono rivolte a SACE per sostenere le proprie attività di export e internazionalizzazione – ha dichiarato Simonetta Acri, Direttore Rete Italia di SACE -. A loro favore SACE ha garantito flussi commerciali per circa 1,5 miliardi di euro, servendo oltre 500 imprese nella sola Sicilia: un segnale positivo e allo stesso tempo uno stimolo a cogliere il potenziale di mercati più lontani gestendo i rischi connessi all’operatività in geografie nuove e spesso poco conosciuti grazie all’assistenza del nostro nuovo ufficio locale”.

 

“La crisi economica – ha detto Giuseppe Catanzaro, Vice presidente di Confindustria Sicilia – ha messo ancor più in evidenza la necessità di intercettare ricchezza dai mercati esteri per tornare a dar linfa ai nostri. E l’unico strumento per centrare l’obiettivo è quello di puntare sulla manifattura che, in Sicilia, è il settore che ha sofferto di più. Un dato su tutti: dal 2008 ad oggi il manifatturiero ha perso nell’Isola il 26 per cento contro un -2 per cento del settore pubblico. È chiaro che così non si va da nessuna parte. Per questo è necessario reimpostare le politiche industriali a sostegno degli investimenti. Ma anche utilizzare al meglio strumenti fondamentali come quelli offerti da SACE, che siamo lieti di ospitare all’interno dei nostri uffici, se vogliamo immaginare, anche in Sicilia, una manifattura 4.0”.

 

Export siciliano: Trend ed Export Map


A confronto con le imprese del territorio, SACE presenta la nuova Export Map (www.sace.it/exportmap), una “bussola interattiva” che consente di identificare i mercati a maggior potenziale per i diversi settori dell’export italiano e siciliano in particolare.

 

Per quest’ultimo, sebbene l’andamento delle vendite estere continui a risentire della performance del settore dei prodotti raffinati, segnali positivi giungono da comparti tipici del manifatturiero italiano che hanno mostrato tassi di crescita interessanti nell’ultimo anno e che, in prospettiva, potranno svolgere un ruolo trainante: l’export di macchinari per l’industria ha registrato un incremento record dell’11,3% nel 2014, mentre quello agroalimentare è cresciuto del 3,8%, spinto soprattutto dalla performance dei distretti (dei pomodori pachino di Ragusa e Siracusa, dell’ortofrutta di Catania, dei vini di Agrigento, Palermo e Trapani), sorti in anni recenti come soluzione alternativa agli effetti della crisi e che solo nel 2013 hanno esportato per più di 200 milioni di euro.

 

Grazie al posizionamento geografico strategico, i mercati di riferimento per le esportazioni siciliane sono oggi principalmente quelli nordafricani e mediorientali: la Turchia in primis, che da sola pesa per il 10% dell’export totale, seguita con performance eterogenee, da Egitto, Algeria, Tunisia (in rallentamento nell’ultimo anno) ed Emirati Arabi e Arabia Saudita. Da segnalare anche il buon posizionamento in mercati più lontani come Corea del Sud e Sud Africa.

 

La Export Map di SACE associa il miglior potenziale a un insieme più diversificato di destinazioni: mercati “avanzati” come Stati Uniti ed Europa occidentale per i beni agricoli e alimentari; mercati “emergenti” ancora poco presidiati dell’Africa sub-sahariana (come Mozambico, Ghana, Senegal e Angola), del Sud-Est asiatico (come Tailandia e Vietnam) e dell’America Latina (come la Colombia) per le tecnologie industriali nelle diverse applicazioni.

 

Per intercettare queste opportunità, SACE offre una gamma di prodotti che risponde alle diverse esigenze delle imprese: accesso a finanziamenti per l’internazionalizzazione, anche attraverso fonti aggiuntive al sistema bancario (Fondo Sviluppo Export), assicurazione delle vendite dal rischio di mancato pagamento, protezione degli investimenti esteri dai rischi politici, garanzie fideiussorie per gare e commesse, liquidazione dei crediti vantati con le controparti italiane o estere grazie a un’ampia gamma di servizi di factoring, servizi di recupero del credito e di advisory.

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