L’export pugliese si apre al mondo: su quali settori e Paesi emergenti le imprese della regione possono puntare?
L’effetto Trump sui mercati internazionali, il possibile rischio di guerre commerciali e l’aumento di episodi di violenza politica. Su quali Paesi e settori possono puntare le aziende pugliesi per cogliere le opportunità offerte dai mercati internazionali?
“Keep Calm & Made in Italy”, l’ultimo Rapporto Export a cura del PoloSACE SIMEST delinea, nonostante la presenza di diverse complessità, un quadro positivo per l’export italiano e delle sue regioni.
L’export pugliese continua a essere competitivo sui mercati esteri, confermando le buone performance degli ultimi anni grazie a +4,1% e agli 8,3 miliardi di euro di beni venduti all’estero nel corso del 2017.
Quello dell’export regionale è un andamento stabile e continuativo nel tempo, segno che la Puglia ha una radicata propensione all’esportazione oltreconfine. Sono numerose le imprese del territorio che si affacciano con continuità sul mercato globale: di queste, nel solo 2017 più di 500 hanno usufruito del supporto assicurativo di SACE SIMEST, presente in Puglia con la sua sede di Bari, attraverso la quale il Polo ha mobilitato nella regione circa 120 milioni di euro nel corso dell’anno precedente.
Se le aziende pugliesi vorranno continuare a essere competitive nelle nuove sfide globali dovranno essere in grado di differenziare sempre di più i Paesi di destinazione dell’export regionale, allargando il ventaglio di apertura internazionale per riuscire a cogliere le opportunità offerte dai mercati esteri, non solo avanzati ma anche emergenti, dall’area asiatica all’Africa subsahariana.
Di seguito un focus sull’export della regione e una sintesi dei principali risultati pubblicati nel Rapporto Export 2018 di SACE.
Rapporto Export SACE 2018 | Settori e mercati di opportunità per l’export pugliese
L’export della Puglia viene dalla buona performance del 2017 trainata dai settori alimentari e bevande (+4,5%), meccanica strumentale (+11,2%) e prodotti agricoli (+8,2%). Complessivamente, questi tre settori coprono quasi un terzo del totale dei beni venduti all’estero. Stabile il settore dei mezzi di trasporto, primo dell’export regionale con un peso del 17,3%, che ha registrato una crescita dell’1,4%.
Lo scorso anno, le esportazioni pugliesi sono cresciute verso le cinque principali destinazioni: Germania (+14,2%), Stati Uniti (+10,2%), Svizzera(+4,7%), Francia (+4,8%) e Spagna (+10,5%). Questi Paesi domandano nel loro complesso circa la metà dei beni esportati dalla regione. Le esportazioni verso l’Africa Subsahariana sono rimaste sostanzialmente stabili, per un valore di beni venduti nell’area di oltre 40 milioni di euro.
Il trend positivo si è tuttavia arrestato nel primo semestre 2018, durante il quale l’export pugliese ha subito una contrazione pari al 3,8% rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente. Questa è dovuta principalmente al calo delle esportazioni del settore farmaceutico (-9,6%), della meccanica strumentale (-12,3%) e dei prodotti in metallo (-7,4%). In calo l’export verso i maggiori partner commerciali della Puglia, ad eccezione della Francia, divenuta in questi primi sei mesi del 2018 la principale geografia di destinazione delle esportazioni regionali. Da segnalare la forte crescita verso l’Africa Subsahariana dell’export pugliese, che ha registrato un +51,5% nel primo semestre 2018 per un totale di beni venduti di 32 milioni di euro.
Se vorrà cogliere nuove possibilità di crescita, l’export pugliese dovrà essere in grado di guardare fuori dall’Europa e dalle sue tradizionali destinazioni. SACE SIMEST ha individuato, per ciascuno dei settori cardine dell’export regionale, diversi mercati emergenti che offriranno nei prossimi anni ottime opportunità alle imprese della Puglia. All’interno del Vecchio Continente, le aziende pugliesi troveranno buone potenzialità nei mercati europei in fase di sviluppo. In particolare: per il settore dei mezzi di trasporto la Romania, per la quale stando alle previsioni SACE SIMEST si attende su scala nazionale una crescita del 6,8% nel corso del 2018 e del 4,7% tra il 2019 e il 2021; per il settore della meccanica strumentale la Polonia, che crescerà dell’8,3% nel 2018 e, nel triennio successivo, del 6,3%; per il settore alimentari e bevande la Repubblica Ceca, Paese interessato alla crescita più rilevante tra le geografie europee emergenti (+8,1% nel 2018 e +7,1 medio annuo nel triennio successivo). Fuori dall’UE, il settore della farmaceutica potrà guardare sia verso l’Asia (Corea del Sud, dove è atteso un incremento dell’export del 7,1% nel 2018 e del 6% medio annuo nel triennio successivo) sia verso l’America del sud (nell’area Mercosur – in particolare Uruguay–, dove nel 2017 l’export italiano è cresciuto del 15,4%). Altre destinazioni di notevole interesse saranno l’Australia (tasso di crescita dell’export italiano del 5,5% nel 2018 e del 4,3% medio annuo nel triennio successivo) per il settore dei mezzi di trasporto e l’Arabia Saudita (nel prossimo quadriennio si prevede un incremento medio del 3,7%) per la meccanica strumentale.
Keep Calm & Made in Italy | Le previsioni dell’export italiano per il 2018-2021
Quello delineato nel Rapporto Export 2018 di SACE SIMEST è un quadro di opportunità per le imprese italiane. Nonostante le incertezze e il clima di tensione geopolitica, nel prossimo quadriennio l’export italiano continuerà infatti ad avanzare (+5,8% nel 2018 e +4,5% nel triennio successivo) sfiorando i 500 miliardi di euro già nel 2019 e superando i 540 miliardi nel 2021.
Lo Studio, che include le previsioni 2018-2021 sull’andamento delle esportazioni italiane per Paesi e settori e fornisce approfondimenti sui fenomeni globali a maggiore impatto, prospetta un quadro di vigile ottimismo per le nostre imprese esportatrici. Da qui il titolo del Rapporto, un invito a puntare ancora sulla qualità del Made in Italy senza cadere negli allarmismi derivanti da un’ipotetica escalation protezionistica, il cui rischio di accadimento rimane ad ogni modo circoscritto (nell’ordine del 5-10%).
Lo studio contiene anche una mappatura delle geografie a più alto potenziale per esportazioni e investimenti italiani nel medio-lungo termine: 15 Paesi “irrinunciabili” (Arabia Saudita, Brasile, Cina, Emirati Arabi Uniti, India, Indonesia, Kenya, Messico, Perù, Qatar, Repubblica Ceca, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Vietnam) che da soli hanno intercettato 95 miliardi di euro di vendite nel 2017 e 5 nuove promesse (Turchia, Senegal, Colombia, Filippine e Marocco) per le quali è attesa una crescita significativa nei prossimi anni. Un ampio focus è dedicato al settore infrastrutturale, elemento chiave per rafforzare la proiezione internazionale dell’Italia e aiutare il Paese a recuperare 70 miliardi di euro di “export perduto”.
Leggi il Rapporto Export 2018 completo >>
Documenti
SACE
Contattaci al numero 06.6736.888
In alternativa invia una mail a [email protected]