Rapporto Export SACE - 30 agosto 2018

L’export abruzzese tiene la testa alta: su quali Paesi e settori le aziende del territorio possono puntare?

L’effetto Trump sui mercati internazionali, il possibile rischio di guerre commerciali, la recente crisi turca e l’aumento di episodi di violenza politica. Su quali Paesi e settori possono puntare le aziende abruzzesi per cogliere le opportunità offerte dai mercati internazionali?

 

Keep Calm & Made in Italy”, l’ultimo Rapporto Export a cura del Polo SACE SIMEST delinea, nonostante la presenza di diverse complessità, un quadro positivo per l’export italiano e delle sue regioni.

 

L’export abruzzese tiene la testa alta, rinsaldando il trend positivo del 2016 grazie a un incremento del 10,2% e ai 9 miliardi di euro di beni venduti all’estero nel corso del 2017. Questo risultato, che rende l’Abruzzo la terza regione esportatrice del Mezzogiorno, è il frutto di una crescita stabile nel corso degli ultimi due anni, segno che l'export regionale sta raggiungendo una buona maturità.

 

Sono sempre più numerose le aziende abruzzesi presenti con continuità sui mercati esteri; di queste, nel solo 2017 oltre 400 imprese sono state supportate da SACE SIMEST, che nella regione ha mobilitato più di 160 milioni.  

 

Forte di questi risultati positivi, l’export abruzzese potrà continuare a crescere anche negli anni a venire e a cogliere le opportunità offerte dai mercati esteri, sia avanzati sia emergenti, confermandosi come una realtà di riferimento del Made in Italy nel mondo.

 

Di seguito un focus sull’export della regione e una sintesi dei principali risultati pubblicati nel Rapporto Export 2018 di SACE.

 

 

Rapporto Export SACE 2018 | Settori e mercati di opportunità per l’export abruzzese

 

Lo sviluppo dell’export regionale negli ultimi anni ha reso l’Abruzzo la terza regione esportatrice del Mezzogiorno, trainata da settori tradizionali quali tessile e abbigliamento (+14%) e altra manifattura (+11,2%, in particolare arredamento e forniture mediche e dentistiche). Risultati importanti anche per il settore chimico (+11%) e farmaceutico, che nel 2017 ha triplicato il valore dei beni venduti all’estero. Il settore dei mezzi di trasporto – composto per l’89% dal comparto dell’automotive, settore di punta delle esportazioni abruzzesi – ha fatto registrare un +3,3% nel 2017, grazie alla forte crescita dell’export verso Francia, Germania e Spagna.

 

Nel 2017, l’export abruzzese è cresciuto in modo uniforme verso tutte le aree geografiche. Si sono ulteriormente consolidate le partnership commerciali con le principali geografie di destinazione, ovvero Germania (+4,8%), Francia (+7,7%), Stati Uniti (più che raddoppiato l’export verso il Paese nordamericano) e Spagna (+15,2%). Questi Paesi rappresentano le prime 4 destinazioni per l’export dell’Abruzzo, coprendo più della metà dei beni esportati dalla regione.

 

Il trend positivo è proseguito anche nel primo trimestre del 2018, grazie a un +7% delle esportazioni regionali rispetto ai primi tre mesi dell’anno precedente. Si sono riconfermati i settori che hanno performato meglio nel 2017, specialmente tessile e abbigliamento (+20,9%) e chimica (+18%). Ottimi risultati anche per prodotti in metallo (+12,2%), gomma e plastica (+9,1%) e alimentari e bevande (+7,3%). A riconfermarsi sono anche i primi mercati di destinazione, grazie all’aumento delle esportazioni verso Germania, Francia, Stati Uniti e Spagna.

 

Slide Settori paesi_abruzzoOltre agli ottimi risultati delle esportazioni verso i principali mercati europei, l’export regionale potrà trovare buoni margini di crescita anche al di fuori delle destinazioni tradizionali. SACE SIMEST ha individuato, per ciascuno dei settori cardine dell’export regionale, diversi mercati emergenti che offriranno nei prossimi anni ottime opportunità alle imprese abruzzesi: le imprese operanti nel settore della meccanica strumentale potranno guardare ai mercati dell’area MENA, in particolare Arabia Saudita e Algeria; per gomma e plastica, buone potenzialità sono offerte da mercati europei in fase di sviluppo come Polonia e Romania, per i quali secondo le previsioni SACE SIMEST si attende nel 2018 una crescita rispettivamente dell’8,3% e del 6,8%. Altra destinazione europea da guardare con attenzione è la Repubblica Ceca, in particolare per i mezzi di trasporto, grazie all’impatto positivo sulla domanda di beni di investimento: nel Paese è attesa la crescita più rilevante tra le geografie europee emergenti (+8,1% nel 2018 e +7,1 medio annuo nel triennio successivo). Per lo stesso settore, un altro mercato appetibile sarà il Cile, dove l’export aumenterà a un ritmo del 5,9% nel 2018 e del 4,4% medio annuo nel periodo 2019-2021. Per il settore alimentari e bevande e per quello farmaceutico, invece, le imprese dovranno rivolgere lo sguardo verso mercati più avanzati, ovvero Stati Uniti e Asia, in particolare Giappone e Cina.        

 

 

Keep Calm & Made in Italy | Le previsioni dell’export italiano per il 2018-2021

 

Quello delineato nel Rapporto Export 2018 di SACE SIMEST è un quadro di opportunità per le imprese italiane. Nonostante le incertezze e il clima di tensione geopolitica, nel prossimo quadriennio l’export italiano continuerà infatti ad avanzare (+5,8% nel 2018 e +4,5% nel triennio successivo) sfiorando i 500 miliardi di euro già nel 2019 e superando i 540 miliardi nel 2021.

 

Lo Studio, che include le previsioni 2018-2021 sull’andamento delle esportazioni italiane per Paesi e settori e fornisce approfondimenti sui fenomeni globali a maggiore impatto, prospetta un quadro di vigile ottimismo per le nostre imprese esportatrici. Da qui il titolo del Rapporto, un invito a puntare ancora sulla qualità del Made in Italy senza cadere negli allarmismi derivanti da un’ipotetica escalation protezionistica, il cui rischio di accadimento rimane ad ogni modo circoscritto (nell’ordine del 5-10%).

 

Lo studio contiene anche una mappatura delle geografie a più alto potenziale per esportazioni e investimenti italiani nel medio-lungo termine: 15 Paesi “irrinunciabili” (Arabia Saudita, Brasile, Cina, Emirati Arabi Uniti, India, Indonesia, Kenya, Messico, Perù, Qatar, Repubblica Ceca, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Vietnam) che da soli hanno intercettato 95 miliardi di euro di vendite nel 2017 e 5 nuove promesse (Turchia, Senegal, Colombia, Filippine e Marocco) per le quali è attesa una crescita significativa nei prossimi anni. Un ampio focus è dedicato al settore infrastrutturale, elemento chiave per rafforzare la proiezione internazionale dell’Italia e aiutare il Paese a recuperare 70 miliardi di euro di “export perduto”.

 

Leggi il Rapporto Export 2018 completo >>

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